"Gli esemplari, gli oggetti o le opere più interessanti saranno senza targhetta."

Arthur Bloch (Legge di Jones sugli zoo e i musei)

Biblioteca Mandamentale

Non sono molti gli abitanti della zona che sanno che a Caprino è ospitata la Biblioteca Mandamentale, una  pregevole raccolta di circa 6.000 volumi, lasciati in gran parte in eredità ai Comuni della Valle S.Martino dal  Sacerdote Carlo Rosa di Carenno fin dal lontano 1810. Il Sacerdote Carlo Rosa, originario di Carenno, era  vissuto a Milano che allora era uno dei centri più vitali dell’illuminismo in Italia e aveva assorbito lo spirito e  l’amore al sapere che contraddistinguono quell’epoca in cui nascono le prime enciclopedie e le grandi raccolte  di libri. Come rileviamo dal suo testamento, Egli aveva messo insieme quella “Libreria” (circa 4.000 volumi)  “con spesa rilevante” e desiderava che tale patrimonio fosse lasciato ai comuni di questa piccola valle  “preferendo – così scrive Lui stesso – l’utile pubblico al privato”.
 Stabilì anche che la Biblioteca dovesse essere riposta a Caprino, centro storico della valle ed allora fiorente sia  dal punto di vista economico che culturale. “Comune celebre – dice ancora Rosa – fra le altre anche per quei  soggetti scienziati che prodotti ha sempre anche nei tempi passati”. Lasciò anche un legato di Lire 6.000  milanesi per il trasporto e la collocazione dei libri; grazie a ciò la biblioteca godette per oltre un secolo di  autonomia economica che permise anche di incrementare la raccolta con l’acquisto di classici della letteratura   latina e italiana.

Collezione Museale Luigi Torri

Tre sale comunicanti nelle quali sono state ordinati migliaia di reperti fossili che scandiscono la storia geologica delle Prealpi bergamasche dal Triassico (245 milioni di anni fa) fino all’ Olocene (11000 anni fa).
Luigi Torri, nato a Caprino nel 1904, da bambino, passeggiando con il nonno Pietro nella cava di Opreno, scopre dentro di sé la passione per la storia dei fossili.
Durante la sua vita e raggiunta l’età pensionabile si dedica alla ricerca di fossili minerali e curiosità naturalistiche particolarmente nell’area dell’Albenza e scopre anche nuovi esemplari paleontologici ai quali la comunità scientifica assegna il suo nome.
Il 19 maggio del 1963, quasi cinquant’anni fa, il rettore dell’Università Statale di Milano, Prof. Caio Mario Cattabeni, e il Prof. Ardito Desio vengono a Caprino per acquistare la collezione di Luigi Torri e per portarla nell’Ateneo milanese. Non se ne fa nulla ma ieri, proprio il 19 maggio, la collezione trova finalmente una collocazione a disposizione di appassionati e scolaresche.
A curare l’allestimento l’Architetto Giorgio Rota e per la catalogazione il paleontologo Fabio Bona, ordinatore scientifico. All’inaugurazione, oltre al Sindaco di Caprino, Stefano Stefini, era presente la Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia, Prof.ssa Raffaella Poggiani Keller e il Coordinatore dell’Ecomuseo Val San Martino Fabio Bonaiti.
Nel lavoro di ordinamento e di pulitura coordinato da Fabio Bona, durato alcuni mesi, hanno partecipato anche alcuni appassionati cittadini di Caprino, tra cui Pino Cattaneo, che era buon amico di Luigi Torri con il quale condivideva la passione per i fossili.

 

Museo Scienze Naturali di Celana

Il Museo di Storia Naturale fu fondato nel 1891 dal rettore Don Francesco Benedetti, il quale ne affida la cura a due  naturalisti bergamaschi che insegnarono nel Collegio: Don Bernardino Gavazzeni de' Gaiboni  di Strozza e Don Enrico Caffi di San Pellegrino (1866-1948), forse il maggiore naturalista bergamasco e direttore del Museo di Scienze naturali di Bergamo che oggi è a lui dedicato. Il museo occupa ua superficie espositiva di circa 300 mq. Nel 1999 il curatore Giambattista Rivellini, seguendo fedelmente i criteri conservativi ed espositivi ottocenteschi, ricolloca la mostra nello spazio originario, mantenendo gli stessi armadie teche. All'ingresso del museo si trova un orso bruno catturato a Primaluna in Valsassina nel 1886, reperto di particolare importanza poicè l'esemplare è uno degli ultimi orsi cacciati sull'arco prealpino ei quali sia documentato l'abbattimento. In una sala si può ammirare una colelzione di funghi realizzata in legno, carta, pelle e cera da Giovanni Stefanini a fine Ottocento, nella stessa sala sono conservati quattro preziosi volumi dell'erbario realizzato dal parroco di Olate don Luigi Sacchi nel 1850; l'opera è attualmente consultabile solo a scopo di studio data la sua delicatezza e fragilità. Non manca una raccolta di minerali, rocce fossili del monte Albenza e dell'area orobica. Mammiferi esotici ed europei fanno mostra di sé lungo la navata interna. Seguono due teche con esemplari di ornitofauna europea. Nei vasi con soluzioni chimiche si mantengono, inalterati nel tempo, rettili, anfibi e pesci. Una collezione malacologica di 150 specie affianca una foca, una tartaruga ed alcune spugne marine. Esemplari di fauna africana si accompagnano a quella locale.

Filanda E Filatoio : Cattedrali Della Seta

Caratterizzata da una pianta a “U”rivolta a sud-ovest con due piani superiori, è stata successivamente trasformata per ampliamento nella prima metà dell’Ottocento ed innalzata di un piano nei primi del Novecento.
Ubicato a poca distanza dalla filanda e attestato lungo la strada provinciale,si trova l’edificio destinato originariamente a filatoio. Anch’esso databile alla prima metà dell’Ottocento, si caratterizza per la compattezza volumetrica. Nella foto del primo Novecento, denuncia ancora la propria sobrietà e unitarietà costruttiva per sfuocare nell’attuale difforme e indistinta composizione della facciata, a causa dei frazionamenti di proprietà subiti nel tempo e delle conseguenti ridestinazioni non sempre confacenti all’organismo originario. Fungeva da disimpegno e accesso agli spazi produttivi un cortile intorno al quale era strutturato sui tre lati un porticato con un lato inizialmente aperto e poi occupato da un altro corpo di fabbrica dei primi del ‘900.
Una valutazione complessiva ci porta ad affermare che i caratteri identificati degli edifici analizzati, da un punto di vista storico e tipologico sono riconducibili alle soluzioni costruttive tipiche degli impianti produttivi dell’epoca, quindi il valore di“monumento” di archeologia industriale assume significato non tanto per la sua “unicità formale”, ma per essere testimonianza di una “etnografia tecnica” specifica e di un importante brano di storia sociale ed economica del territorio.
Incuneati in un angolo del comune di Caprino, la filanda e il filatoio costituiscono un forte connotato di caratterizzazione simbolica e storica del territorio. Oltre che rappresentare uno spaccato di vita sociale produttiva, sono il segno tangibile dell’inscindibilità tra passato e presente, tra valori culturali ed economici: è urgente che tali segni siano tutelati e correttamente coniugati nell’ambito delle politiche di pianificazione urbanistica e di salvaguardia ambientale, magari attraverso progetti di riconversione non distruttiva di questi simulacri del lavoro umano. 

Federica Cumitini 

DISFUSO. DISTRETTO COMMERCIALE NATURALE REFILLPROGETTO DI RETE DISTRIBUTIVA DI VICINATO PER LA RIVALORIZZAZIONE TERRITORIALE DI CAPRINO BERGAMASCO ATTRAVERSO IL DESIGN DEI SERVIZI